La sequenza di tiro 2 : … le parole possono ingannare, non tanto per il significato che hanno ma, per il contenuto che la nostra mente da per scontato, il linguaggio verbale descrive con dei suoni che siamo in grado di interpretare ed elaborare mentalmente associandone un significato compiuto. Quando si tratta di concetti complessi la parola verbale va elaborata in modo diverso perchè, contiene più azioni che devono essere recepite, ricordate ed attivare un processo per compier più movimenti. Esempi: l’ANCORAGGIO, una parola che compare nella nostra sequenza di tiro, se la penso so che devo eseguire un movimento verso il mio viso, in una posizione stabile, solida e ripetibile. so che devo sentire la posizione con precisione, altrimenti c’è il rischio di far saltare il parallelogramma di mira. Nella sequenza è una parola ma nella realtà il nostro cervello deve elaborare che quella parola ha molti implicazioni motorie e sensoriali, A= ancoraggio = B + C + D + E …….., ancora POSIZIONE DEI PIEDI nella sequenza, in realtà devo, posizionarmi con i piedi a cavallo della linea di tiro, devo curare che siano allineati nel modo corretto, devo bilanciare il carico del mio corpo e dell’arco al 50% su ogni piede …. come vedete anche qui una semplice frase della sequenza di tiro implica molte azioni collegate : A=posizione dei piedi = A + B + C + D + E ….. se compilate la sequenza con tutti i passaggi vi accorgerete quante cose dovrete fare entro quei 12-15 secondi che avete per tirare la freccia. In questo concetto di elaborazione complessa c’è disciplina e concentrazione, il cuore del tiro con l’arco. Dovete creare ordine mentale, il cervello è veloce ad elaborare ma devi comunicargli cosa fare, altrimenti si blocca e crea il vuoto del tiratore. La comunicazione deve essete perentoria, tipo : controlla, sento, spingo …… non dovete dare dubbi, la nostra mente se non sa cosa fare si blocca in attesa di comunicazioni nella migliore delle ipotesi ma è in grado di prendere decisioni proprie, sempre nell’ottica di tirarci fuori dal problema nel più veloce tempo possibile. Esempio : il braccio dell’arco sapete che va tenuto in posizione fino a quando non si sente la freccia battere sul paglione. Quante volte avete abbassato il braccio in anticipo, appena rilasciato? parecchie penso. Sono sicuro che il comando «mantengo il braccio in posizione» era confuso tra «rilascio» e «scendi dalla linea che hai finito di tirare la freccia». Il risultato è una freccia che va dove vuole. In questo caso, ma non è l’unico, entra in gioco la preoccupazione e quindi una situazione di stress chiamata «paura di sbagliare» la necessità di vedere dove è andata la freccia è più forte del «tieni su il braccio», il che crea disastri che conoscete bene. Una soluzione c’è ed è semplice, fate seguire il comando «tieni il braccio in posizione» con « fai ruotare l’arco». Quel bel gesto non ha nulla a vedere con la coreografia del tiro ma è una necessità per distogliere la mente dal «ho finito posso scendere dalla linea di tiro» e la costringe ad eseguire un altra azione necessaria per il Buon Tiro. Ricordatevi i tempi di attuazione dei comandi, sono i vostri e solo vostri. Sviluppa, scrivendola la TUA sequenza di tiro con parole imperative, devi impararla a memoria anche richiamandola visivamente, stai compiendo delle azioni che conosci ma confondi, trova dove è la confusione e sistemala. Ti consiglio di lavorare al paglione vuoto e simulare tantissime volte (500 almeno) ogni fase della sequenza. Pensare non serve, bisogna insegnare al cervello cosa intendiamo con quelle parole. dovete concentrarvi a fondo.
«tecnica…»